Coronavirus, il commovente sfogo di Sharon sui social: “Discriminata per la mia nazionalità ma io non sono un virus”

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Sharon, ragazza cinese naturalizzata italiana, residente a Torino affida il suo sfogo sui social per la situazione che sta vivendo da giorni dopo che è scoppiata la diffusione del Nuovo Coronavirus il cui focolaio iniziale è stato registrato a Wuhan, una città della Cina. Con il passare dei giorni è aumentato non solo il numero di contagi nel mondo ma anche l’odio e la discriminazione, in Italia, nei confronti dei Cinesi. Una situazione che fa soffrire i molti asiatici presenti sul nostro territorio. Così Sharon ha deciso di affidare ai social, sotto lo pseudonimo di Ebi Uramaki, le sue sensazioni per la situazione che sta vivendo. “Ho bisogno di sfogarmi – scrive in un lungo post su Facebook – perchè sto davvero prendendo troppa Xanax invece di parlare”. La giovane ragazza torinese racconta i suoi momenti sia al lavoro, che a casa ma anche durante gli spostamenti sui mezzi pubblici.  ” Quando sono in luogo pubblico – prosegue il post –  evito di tossire o starnutire anche se mi dovesse esplodere il cervello. Sto sempre verso il fondo del bus in piedi perché mi sento in colpa che la gente non debba sedersi per colpa mia e quando mi siedo mi sento un insetto, un scarafaggio, un mostro. Sto sempre col cellulare o con le cuffie a testa china oppure se ho il cellulare scarico, non riesco a guardare in faccia a nessuno e mi guardo i piedi. Vedo la gente, fissarmi per un secondo e correre dall’altra parte del bus, insciarpati fino agli occhi e con il panico negli occhi. A volte il bus salta la mia fermata perché mi vede. A volte la gente fa finta di tossire continuamente per scherzo. A volte per spostarmi mi spingono con i gomiti, con lo zaino o mi schiacciano, mi schiaffeggiano la mano per toglierla dal tubo per tenermi. Mi hanno lanciato petardi in metro. Mi hanno insultata in treno e nessuno si é seduto nei quattro sedili disponibili di cui uno era occupato da me. Al bar in cui lavoro la gente mi rassicura e mi sento bene e accettata. Ma appena esco é come stare in un incubo. A casa ci sono continui litigi per via del ristorante vuoto. Oggi abbiamo chiuso (forse una settimana, un mese) e mia madre sta da nonna. Non riusciamo ad arrivare a fine mese. E non riusciamo a pagare i dipendenti perché nessuno viene. Stanno spaccando i vetri dei negozi. A volte chiamano il numero del ristorante per insultarci. A volte ordinano su JustEat e Glovo per ripicca e l’indirizzo è inesistente. Stiamo perdendo tanto. Ho paura di uscire, ma voglio uscire. Mio padre beve da un intero mese. Mio fratello é depresso quanto me per via della scuola. Non entro più nei supermercati o nei negozi. Ho paura perenne di essere picchiata perché nella mia zona hanno già assalito dei cinesi di cui ero a conoscenza. So che stanno organizzando dei gruppi di ragazzini per andarci a pestare perché siamo dei virus. Sono un virus? Ne sono più certa ogni giorno che passa. Sono cinese? Me lo merito? Ma io ho la cittadinanza? Perché non conta? Non sono mai andata in Cina per 10 anni. Vorrei andarci, ma non posso. Vorrei uscire con i miei amici per alleviare lo stress e la solitudine, ma non posso. Mi sento sola. Vorrei uscire. Vorrei non sentirmi schiacciata dalla colpa di essere cinese. Ho paura. E sto avendo crisi di pianto ogni giorno per più volte. Io penso di morire per questo virus, non per contagio, ma proprio per la psicosi. Vi prego, basta. Sono stata bullizzata abbastanza nella mia infanzia/adolescenza. Non c’è la posso fare ancora ora che sono adulta. Sto davvero sul lasso. Ne ho abbastanza. Io non sono un virus. Io sono Sharon”. CLICCA QUI E METTI MI PIACE ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK