Marangone dal ciuffo, un nuovo ospite nel mare della Campania


Si tratta di una specie di uccelli marini che finora era stata avvistata solo di passaggio e in inverno in Campania

Il mare campano può vantare una nuova presenza, il cosiddetto “Marangone dal ciuffo”, una specie di uccelli marini che finora era stata avvistata solo di passaggio e in inverno in Campania. Per il secondo anno consecutivo i tecnici dell’Arpa Campania, in collaborazione con gli ornitologi dell’Asoim, hanno avvistato esemplari di Marangone dal ciuffo a giugno sull’isolotto di Vetara, al largo di Positano.
Il monitoraggio svolto indica che molto probabilmente gli esemplari di Phalacrocorax aristotelis desmarestii (questo il nome scientifico della specie) nidificano nell’Area marina protetta di Punta Campanella: sono stati infatti identificati un individuo adulto, un individuo immaturo al suo secondo anno di vita e cinque giovani nati quest’anno.

Per la ong BirdLife International si tratta di una specie che «versa in uno stato di conservazione critico». In Italia la popolazione nidifcante finora individuata è concentrata soprattutto in Sardegna. Le segnalazioni finora provenienti dalla Campania si riferivano a esemplari di passaggio o svernanti. La presenza di alcune coppie riproduttive può essere considerata l’indizio di condizioni ambientali idonee nell’Area marina protetta di Punta Campanella.
L’avvistamento è frutto del monitoraggio congiunto svolto dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, in particolare dalla UO Mare diretta da Lucio De Maio, e dall’Associazione studi ornitologici Italia Meridionale presieduta da Maurizio Fraissinet, per effetto di una convenzione siglata tre anni fa, nell’ambito delle attività che discendono dalla direttiva europea 2008/56/CE sulla Marine Strategy.  

Il notiziario del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ospita, all’indirizzo https://www.snpambiente.it/2020/06/26/marangone-dal-ciuffo-un-nuovo-ospite-nel-mare-della-campania, un articolo curato da Lucio De Maio, Dario Monaco ed Elena Piscitelli (Arpa Campania), Maurizio Fraissinet e Filippo Tatino (Asoim), che illustra i particolari della scoperta.