Un anno dalla scomparsa di Lello Radice, il ricordo commovente del sindaco Cimmino


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È passato un anno dalla scomparsa di Lello Radice. Un vuoto incolmabile per l’intera comunità di Castellammare di Stabia e per il suo sindaco Gaetano Cimmino. Lo stesso Cimmino ha voluto ricordare Lello con un post sui social davvero emozionante:

“È passato n’anno Lellù È passato n’anno e stiamo in mezzo a una pandemia mondiale.

È strano quello che ti dico. Mi sento triste se penso che non stai qua vicino a me a lottare come tutti i giorni fino a quel 23 maggio 2019. Mi sento triste e mi spengo, mi sento solo e poco altro. Quando mi siedo a questa scrivania larga, lunga e imponente, e con la mascherina sento il mio respiro e mi si pongono davanti provvedimenti su provvedimenti e devo prendere decisioni per i miei cittadini. A volte il mio sorriso si è perso nel vuoto.

Poi però, ed è quello il fatto strano, vicino a quelle grandi finestre io vedo una sagoma impettita, e orgogliosa, e forte. Sento la tua mano ncopp’ â spalla mia e mi fai sorridere pure che non ci stai e che mo fa un anno che un male ancora più brutto del coronavirus ti ha portato via. “‘O coronavirù – avresti detto – che ci fa ‘o coronavirù Gaetà. A ffaticà, a ffaticà’”. Ed io ho lavorato Lellù, ho faticato senza risparmiarmi con te al fianco mio. Non ti posso ancora dedicare il Viale che volevi tanto, in villa comunale. Il virus me lo impedisce, purtroppo.

Una cosa che non ti ho mai detto Lellù: sai chi ha pigliato il tuo posto come vicesindaco? Fulvio. Eh quel giovanotto vecchierello. Dicono che sia comunista. Sì, come lo dicevano per te. Al tuo funerale e per tutta la processione guardava in alto, in basso, pareva che ti cercava. Parlava sconnesso. Perché un Comune un vicesindaco ce lo deve avere per forza. Si è sobbarcato la tua eredità e quella fascia quando io non ci sto la porta con peso ed eleganza. Siete una squadra eccezionale, e sono sicuro che pure a lui gli hai passato la mano ncopp’ â spalla.

Ti vorrei dire tante cose Lellù, e un po’ te le dirò e un po’ già le sai. Un po’ me le hai insegnate tu, un po’ te le ho insegnate io. E no, non parlare ‘a coppa a mme come facevi sempre. Parla invece con me. Parla sempre con me. Accompagnaci Lellù, qua ci manchi assai. Continua a passarmi la mano sulla spalla. Però nun esagera’. Ciao Lellù.”

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