Coronavirus, arrivati a 16 milioni i contagiati nel mondo. L’esperto: “Bene l’Italia ma continuare a vigilare”


Il bilancio dei casi di Coronavirus a livello globale ha superato questa mattina la soglia dei 16 milioni: è quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University. Secondo i dati dell’università americana i contagi nel mondo hanno raggiunto quota 16.046.986, inclusi 644.528 morti. Dall’inizio della pandemia sono guarite 9.262.520 persone.

L’ESPERTO. “L’Italia è sulla strada giusta, ma deve continuare a vigilare. Attenzione, invece, al contesto europeo, in particolare Francia e Spagna. Gli Stati Uniti? Tra i 14 e i 30 mila morti in più entro Ferragosto”. Sono le parole al Corriere della Sera di Alessandro Vespignani ritenuto uno dei massimi esperti di ‘epidemiologia computazionale’, la scienza che studia la dinamica del contagio. Quanto alla situazione in Italia, Vespignani sottolinea che “i nuovi casi sono a livello endemico, sotto controllo. Il sistema sanitario adesso mi pare in grado di gestire il tracciamento tradizionale dei positivi, isolando gli eventuali focolai. Certo, bisogna restare assolutamente vigili e mantenere le precauzioni adottate. Non credo servano nuove misure. Dobbiamo essere umili e continuare a lavorare. In particolare mi preoccupa il caso di Barcellona”. Quale indicazione dobbiamo ricavarne? “Per esempio che occorre ancora prudenza nel controllo degli spostamenti delle persone. Peraltro questo è un discorso che vale sul piano mondiale. In molte aree la situazione è un vero macello. Basti guardare alla casistica del Brasile, oppure alla diffusione del contagio nel sub continente indiano”. Ed “è un dato di fatto che i giovani siano meno attenti. Conducono uno stile di vita diverso dai più anziani. Ma dobbiamo anche leggere bene i dati. A marzo, durante il picco dell’epidemia, si facevano test soprattutto alla popolazione più avanti con l’età, perché più a rischio. Adesso anche i giovani fanno più tamponi e quindi è normale che tra di loro cresca il numero dei positivi”.