Roberto De Zerbi è il miglior insegnante di calcio della Serie A


Roberto De Zerbi è uno dei migliori allenatore del nostro campionato. Un vero e proprio insegnante di calcio in costante aggiornamento.

Un allenatore di calcio per essere definito un grande allenatore non deve per forza sedere su una panchina di una big, italiana o internazionale che sia. Un grande allenatore è tale anche e soprattutto dal suo modo di intendere il calcio e dal modo in cui il calcio lo insegna ai suoi ragazzi. Nel campionato italiano Roberto De Zerbi ne è l’esempio: allena il Sassuolo (non proprio una grande del calcio italiano) ma da qualche anno è diventato uno dei migliori del nostro paese. Non ha vinto nulla, non ha rivoluzionato il mondo del pallone, ma De Zerbi con tanto lavoro e tanto studio è riuscito addirittura ad entrare nelle grazie di club come il Barcellona. Il motivo? La sua idea di calcio totalmente offensiva. Un gioco spumeggiante, alla Guardiola insomma, ma con qualche piccola novità. De Zerbi, in particolar modo quest’anno, è riuscito a mixare il bel gioco a un calcio concreto e pragmatico. Durante una bellissima intervista rilasciata ieri ai colleghi de “La Gazzetta dello Sport”, il tecnico neroverde ha svelato qualche suo “segreto” e qualche suo metodo di lavoro:

“Mi piace il gioco offensivo, ma se sono in vantaggio a tre minuti dalla fine non mi vergogno di buttare la palla. Durante il lockdown ho fatto una serie di riunioni su Teams con il mio staff, che è composto da persone serie e preparate. Io poi sintetizzo il la- voro e le idee di tutti. E alla ripresa la squadra che ha utilizzato di più il lancio lungo è stato il Sassuolo: l’avrebbe detto? C’era un preciso motivo tattico: mancavano i presupposti per giocare corto. E dobbiamo migliorare nell’attacco alle difese chiuse. Ma nel momento in cui mi accorgo che un’idea su cui ho ragionato per mesi diventa azione sul campo, la gratificazione è enorme. Ed è una gratificazione non solo tattica, ma anche gestionale: se un ragazzo ha un problema e ti spendi per aiutarlo a risolverlo, è bello vedere che poi c’è un riscontro quando si gioca».

Ecco, questo è il De Zerbi allenatore: un uomo che studia h24 la soluzione migliore per la sua squadra. Studia, non solo il Barcellona o il Manchester City, ma anche altre realtà, minori come il Sassuolo, per trarne ulteriori insegnamenti: “Il Barcellona? Se mi hanno chiamato? No. Poi se mi chiede se ho tratto ispirazione dal Barcellona di Guardiola, ovviamente le rispondo di sì. Ma io non voglio imitare o scimmiottare. Studio le squadre che suscitano il mio interesse. La Roma di Spalletti, ad esempio. Sa cosa ho studiato quest’inverno? La pressione alta del Borussia Mönchengladbach allenato da Marco Rose, la Real Sociedad, l’Az Alkmaar”.

Tutto questo studio e questo costante aggiornamento ha portato al Sassuolo tantissimo giovamento. In particolare ad alcuni calciatori nella rosa emiliana come Ciccio Caputo, Manuel Locatelli, Domenico Berardi e Jeremie Boga. Tutti buonissimi calciatori ma che sotto l’ala di De Zerbi hanno compiuto quel passo in più. Questi quattro giocatori sono entrati tutti nel mirino di grandi squadre e il merito è, oltre al loro grande impegno settimanale e durante i match, soprattutto dell’allenatore. E’ riuscito a tirare fuori il meglio da ognuno di loro. Caputo e Berardi hanno battuto i loro precedenti record di gol; Locatelli si è dimostrato un ottimo regista; Boga, invece, la più bella rivelazione: è lui il miglior dribblatore di tutta la Serie A.

A proposito di dribbling, un ultimo estratto dalla bella intervista da citare è proprio quello sul l’uno VS uno. Un pensiero affascinante, che ogni calciatore, soprattutto offensivo, vorrebbe sentire dal proprio tecnico: “Il dribbling? Lo pretendo, non a caso siamo la squadra che ha fatto più dribbling. L’uno contro uno è l’essenza del calcio, mi emoziona vedere un mio giocatore che dribbla e se non ci prova mi arrabbio. Il dribbling sconquassa l’avversario ed entusiasma la gente“. Il dribbling emoziona la gente, un concetto spettacolare. Sin da bambini questo gesto tecnico è sempre stato quello più ricercato. Quando in strada un ragazzino supera in dribbling un amico l’aria si riempie di magia. La tecnica è la base del calcio, e i tifosi sugli spalti vorrebbero vedere più uno contro uno che difese arroccato alla ricerca del punticino. Per questo motivo il calcio ha bisogno di più gente come Roberto De Zerbi, insegnante più che allenatore. Il suo futuro prossimo si chiama Sassuolo, ma prima o poi lo vedremo in contesti decisamente più importanti per dimostrare al mondo intero la sua bravura. Da grande allenatore su una piccola panchina a grande allenatore su una panchina importante è il suo prossimo obiettivo.

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