Covid: il dpcm divide politica e scienziati. Tutta Italia in protesta, il Viminale: “Massima attenzione”


Proteste in molte città italiane. Gli amministratori chiedono correttivi il mondo scientifico preme per il lockdown

Il nuovo dpcm del governo Conte sembra scontentare un po’ tutti, dai ristoratori agli esercenti cinematografici, dai gestori dei giochi a quelli delle palestre. Senza contare lo scetticismo delle Regioni che chiedono al governo di “valutare se qualche correzione ci potrà essere”. “Secondo noi – spiega il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini – era meglio chiudere i centri commerciali il sabato e la domenica dove si affolla tanta gente che ristoranti, teatri, cinema e palestre che rispettavano le regole”. Mentre una parte del mondo scientifico chiede una linea più dura come il consigliere del ministero della Salute, Water Ricciardi. “La via da seguire – spiega – è quella delineata da una ricerca dell’Università di Edimburgo pubblicata su Lancet la scorsa settimana. E’ necessario un altro lockdown”. Mentre il viceministro della Salute, Pier Paolo Sileri, se in mattinata si era detto “non pienamente d’accordo” poi ha giudicato il provvedimento “proporzionato alla situazione per addolcire la curva del contagio”. Non mancano le forti critiche del mondo produttivo col presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che sostiene come le nuove misure produrranno “danni gravissimi alle imprese, danni insopportabili”. E aumentano le proteste nelle piazze italiane, da Verona a Catania: si diffondono a macchia d’olio, con il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata ventilato dal procuratore Antimafia, Federico Cafiero De Raho. A guidare il malcontento territoriale, dopo la sintesi di Bonaccini che chiede modifiche, e coagulate nelle regioni di centrodestra, il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Questo provvedimento non ci voleva, e facciamo fatica a farlo accettare – spiega -. Faccio appello al governo perchè lo riveda”. “Seri dubbi” sono stati espressi anche dal collega lombardo, Attilio Fontana, che chiede “immediati ristori” alle categorie coinvolte dalle chiusure. Eugenio Giani, presidente della Toscana e vicino a Matteo Renzi, spiega che non attuerà misure più restrittive rispetto a quelle previste dal Dpcm, evitando dunque il il coprifuoco dalle 24 alle 5 che già è in vigore in altre regioni d’Italia, come Lazio, Lombardia, Campania e Piemonte. Decisamente diverso l’approccio del sindaco di Quindici, in Irpinia, che ha vietato la circolazione ai minorenni se non per comprovati motivi e comunque accompagnati da un “familiare adulto”. Una analoga ordinanza è stata emanata dal sindaco di Avella, che è anche presidente della Provincia di Avellino.

IL VIMINALE. Le crescenti tensioni sociali alimentate dalle nuove restrizioni anti Covid e le proteste di piazza che si registrano in diverse città vengono monitorate con la “massima attenzione” dal Viminale: nessun problema per chi manifesta pacificamente ma assoluta fermezza nei confronti di chi dovesse rendersi protagonista di episodi di violenza. L’obiettivo è quello di intercettare tempestivamente tutti i segnali che possano far pensare all’organizzazione di proteste potenzialmente destinate a degenerare: come da tempo regolarmente accade, un occhio particolare viene riservato in queste ore anche ai social, uno dei canali piùusati per organizzare blitz magari con poco preavviso. In realtà, sin qui – salvo casi isolati, come venerdì notte a Napoli – le manifestazioni delle categorie più colpite dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm si sono svolte in modo tranquillo e lo stesso ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sin dall’inizio della crisi ha più volte sottolineato di ritenere del tutto legittimo che chi si sente danneggiato dalla difficilissima congiuntura economica faccia sentire la propria voce. L’importante e’ che lo faccia nel più rigoroso rispetto delle regole, a cominciare da quelle di prevenzione sanitaria.