Renzi: “Più che coprifuoco concentriamoci su ospedali ed istruzione. No a misure emozionali”


Il leader di Italia Viva parla del Coprifuoco in un’intervista a La Stampa

“Spero che non si arrivi a questa misura. Dobbiamo convivere ancora per mesi con il virus e non si può procedere sulla base di emozioni passeggere. Il coprifuoco può essere una misura emergenziale e temporanea, ma abbiamo ancora diverse settimane prima di arrivare al vaccino”. A parlare così dell’ipotesi di coprifuoco alle 22 è Matteo Renzi, in una intervista a la Stampa dove afferma: “Penso che sia più giusto concentrarsi sulle ‘t’ che mancano: tamponi rapidi, tracciamento, terapie intensive, trasporti pubblici. Chi vuole chiudere i parrucchieri che rispettano le regole prima deve spiegarci perché ci vogliono code chilometriche per i tamponi”. Quanto alla scuola, alla didattica a distanza alle superiori, “per me non ha senso. Sono marito di una professoressa, padre di uno studente universitario e di due liceali: so per esperienza diretta che chiudere oggi le scuole e affidarsi alla didattica a distanza sarebbe una tragedia per chi crede nella sfida educativa. Con la didattica a distanza la scuola è dimezzata” afferma Renzi per il quale è la problematicità dei trasporti a ricadere sugli studenti e quindi, esorta, “si paghino più corse, si coinvolgano i proprietari di autobus privati, si usino Ncc e taxi che soffrono: ma mandiamo i ragazzi a scuola. Faccio una provocazione: anziché pensare di inviare l’esercito a controllare movida e negozi, mandiamo i pullman dell’esercito per accompagnare i ragazzi a scuola”. Renzi critica le decisioni in materia di scuole del governatore della Campania e aggiunge: “Io lo dico da mesi che serve un piano per la scuola. Invece siamo arrivati al ‘banchi a rotelle sì e tamponi no’. Ma non mi va di discuterne, mi limito a dire che ero tra i pochissimi a parlare dei bisogni della scuola”. Sul fatto che il modello italiano di contrasto e contenimento del Coronavirus all’estero sia spesso indicato a esempio “spero che questo giudizio regga alla prova dei fatti. Da italiano, sarei fiero. Purtroppo è presto per dire se siamo un esempio o no. Io spero che la risposta delle istituzioni sia all’altezza della risposta dei cittadini, che sono stati e sono fantastici. La capacità delle istituzioni sarà chiara solo alla fine dell’emergenza, appena arriverà il vaccino. Che poi – con buona pace dei negazionisti e dei NoVax – è l’unico modo per uscirne. Sono molto orgoglioso dei ragazzi di Pomezia che hanno ottenuto risultati da record: è probabile che a Natale ci siano già milioni di dosi in giro per l’Europa”.