«Vi racconto i miei 21 giorni di inferno»


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«I miei 21 giorni di inferno». Una testimonianza che Salvatore Amitrano ha affidato a una lettera, «perché nessuno deve sentirsi immune». Da qui l’appello a «non sottovalutare questo bastardo».
Il «mostro» colpisce pesantemente non solo agli anziani, anche gli ex atleti. Come nel caso di Salvatore, campione olimpico di canottaggio nel 2004 ad Atene e campione del mondo nello stesso anno di grazia. Già assessore allo Sport del Comune di Gragnano nel 2010.
Amitrano racconta il suo «inferno» in una lettera struggente che pubblichiamo integralmente:

Il 30 ottobre inizia qualche sintomo, in ufficio era già spuntato qualche caso, il giorno dopo tutti a fare il tampone, intanto quei sintomi li sentivo sempre più, proprio per questo mi isolai cercando di tutelare quello che ho di più caro: la mia famiglia.
Il 4 novembre arriva l’esito del tampone, esito non valido! Probabile errore di laboratorio invalidava il test, ma intanto i sintomi aumentavano, la febbre incalzava, i dolori alle ossa prendevano il sopravvento.
Mi giunge una comunicazione dall’Asl, il 5 dopo due giorni dovevo andare a ripetere il test.
Intanto allertato il mio Dottore di famiglia, il quale non si è mai negato, anzi lo ringrazierò in eterno, con grande professionalità e scaltrezza intuisce che aspettare vorrebbe dire espormi a grossi rischi, quindi mi fa iniziare la terapia, antibiotici, cortisone, vitamine.
Il 6 novembre rifaccio il test, risposta dopo altri 2 giorni: positivo! Ma era solo una conferma al malessere che sentivo dentro.
Intanto la saturazione arrivava a 90, limiti dopo il quali si consiglia di iniziare a valutare un eventuale ricovero o uso di ossigeno. Non ci potevo credere, io che avevo bisogno di ossigeno! Consultato il Dottore lo stesso valutava di aggiungere antibiotici a siringhe con cortisone.
Credo che nella vita bisogna avere il sempre coraggio, anche quando bisogna ammettere di avere paura.
Era di mattina dopo aver trascorso l’ennesima notte con febbre alta e con grande fatica, preso dallo sconforto e dalla possibilità di dover ricorrere a quei pronto soccorso affollati, in cui oggi regna sovrano lo sconforto di chi tenta di salvare una vita e la morte che con ferocia troppo spesso prende il sopravvento, ho guardato mia moglie negli occhi e piangendo le ho detto: ti prego lasciami qua.
Il terrore di varcare la porta di casa, era come fare un tuffo nel buio andando incontro ad un avversario sconosciuto di cui non puoi prevedere le prossime mosse, un avversario che ti spiazza per quanto nel suo essere subdolo non ti lascia lo spazio.
Resto a casa ed intanto continua la terapia, la speranza e la voglia di voler reagire, grazie a Dio verso il quattordicesimo giorno si iniziano a vedere i primi timidi segni di miglioramento, la saturazione 93 lascia intravedere quel miglioramento che da morale sono al quindicesimo giorno.
Non mi dilungo, oggi dopo circa 25 giorni, la felicità di ricevere l’esito del tampone negativo, la gioia di poter riabbracciare le persone care, ha preso il sopravvento sulle tante sofferenze mie e dei miei cari.
Ne avrò ancora per un po’ ma grazie a Dio il peggio lo sento alle spalle, ma non posso esimermi nell’esortare tutti a non sottovalutare questa “bestia”.
Vi esorto a rispettare le regole, tenetelo lontano con intelligenza ed umiltà, rispettando tutte le prescrizioni previste senza trascurare nulla, per voi e per i vostri cari…

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