La Dea bendata vola sul sud: vinto un milione di euro in Calabria e Campania


Vincita che cambia la vita in provincia di Cosenza e di Napoli. Con l’occasione proviamo a fare chiarezza sull’argomento delle tassazioni sul gioco in Italia.

La Dea bendata della fortuna bacia il Sud d’Italia. Lo scorso mercoledì 3 marzo, infatti, due persone hanno visto cambiare radicalmente la loro vita. Una vinta da sei zeri, in occasione dell’estrazione del Million Day. La sequenza vincente era di cinque numeri: 6 – 12 – 46 – 24 – 45. Una cinquina che ha fruttato un milione di euro in provincia di Cosenza, precisamente nella cittadina Paola, e a Caivano, città nel napoletano. 1€ investito, 1 milione di euro incassati.

Ma adesso, una domanda che si fanno in pochi, come funziona per incassare la vincita ed espletare tutte le pratiche burocratiche? In un’altra domanda, come sono tassate le vincite in Italia?

Con questo quesito si entra in un campo giuridico abbastanza recente. Fino a qualche anno fa, infatti, chi vinceva ai gratta e vinci o all’Enalotto, non doveva preoccuparsi di dichiarare le proprie vincite. Tutto questo fino al 2012, quando le lotterie sono state tassate al 6% dallo Stato, ma solo per le vincite superiori ai 500 euro. Poi nel corso degli anni le leggi sono cambiate, fino ad arrivare al Decreto Dignità, la legge del 2018 tra i simboli del primo Governo Conte, quello targato Lega e Movimento 5 Stelle.

Oggi la tassazione è più pesante rispetto al passato. La legge varata tre anni mirava ad allontanare le persone dal gioco, vedendolo più come un rischio che come un’opportunità, ma ha raggiunto l’effetto contrario: le scommesse sono infatti salite del 17%. Di pari passo però sono cresciute anche le tasse: fino al 6.25% per le VLT e addirittura fino al 19.25% per le slot, per un crescendo che arriverà al 6.75% per le prime e al 19.75% per le seconde.

Ma torniamo alla domanda iniziale: come deve fare il giocatore che ha appena vinto una bella somma, magari da tre zeri a salire? Deve dichiarare questa somma a qualcuno? La risposta, fortunatamente, è no: la tassa è prevista come imposta unica e quindi lo scommettitore o il giocatore non deve fare passi particolare. È infatti l’operatore a pagare le tasse e quella che arriva nelle tasche del fortunato vincitore è una somma già tassata.

Il tutto ad un’unica condizione: che le scommesse o il gioco sia stato fatto sulle piattaforme sicure autorizzate dell’AAMS, ovvero dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, o dall’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.