Green pass, proteste in tutta Italia: «No al certificato»


Migliaia in piazza per dire no al Green pass

Giornata di mobilitazione generale su tutta la penisola dove migliaia di cittadini sono scesi in piazza per dire «no al green pass» e alla «dittatura sanitaria». Cortei e disordini hanno interessato le maggiori città di Italia ma anche i capoluoghi di provincia. Tremila persone a Roma, dove ci sono stati disordini, cinquemila a Torino, cinquecento ad Aosta, mille ad Alessandria e Bologna, duemila a Cagliari, cinquecento a Napoli, duecento a Saluzzo, altre migliaia a Milano e poi ancora a Genova, Lecce, Cremona, Messina e in altre località d’Italia.

La manifestazione lanciata attraverso un tam-tam su social e canali Telegram contro quella che senza mezzi termini è stata definita «dittatura» con tanto di paragoni al nazismo. Foto di Mario Draghi con i baffetti a’ la Hitler esibite a Milano e Torino, dove l’urlo che ha raccolto i maggiori consensi è stato «Norimberga, Norimberga». Chiaro è il riferimento al celebre processo ai gerarchi Nazisti dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Poi stelle di David con la scritta «non vaccinati = ebrei» e cartelli con le svastiche. I dimostranti di Cagliari si sono esibiti in un funambolismo storico srotolando una striscione che paragonava il green pass all’Ahnenpass, il passaporto ariano introdotto in Germania nel 1933.

E proprio su questo nei giorni scorsi la comunità ebraica era intervenuta per stigmatizzare il parallelo offensivo e improprio Shoah – green pass. «Sta montando un clima di odio e di intolleranza molto pericoloso. Far riferimento alla Shoah con tanta superficialità, è un segnale di forte allarme. La politica inizi a moderare i toni», aveva detto la presidente della Comunità Ruth Dureghello. E anche un sopravvissuto alla Shoah come Sami Modiano, una vita spesa a ricordate gli orrori dei campi di sterminio, è dovuto intervenire per dire questo «è un paragone inaccettabile, la stella gialla è stato dolore, ha significato abbandonare la propria casa, è stata sofferenza. Nulla di ciò che ho visto è uguale a tutto questo, nulla». Il parallelo sdoganato dalle piazze anti vax oggi in realtà ha all’origine un padre filosofico: infatti l’accademico Giorgio Agamben, suscitando non poche prese di posizione contrarie, in un articolo dal titolo ‘Cittadini di seconda classe’ introduce il paragone sostenendo che “la tessera verde costituisce coloro che ne sono privi in portatori di una stella gialla virtuale».

«Sentire pronunciare parole come “schiavitù” e “truffa del Covid” – interviene Licia Ronzulli, vicepresidente di Forza Italia al Senato – mi fa rabbrividire. Secondo questi irresponsabili, 130 mila morti forse li abbiamo solo sognati». Francesco Boccia, deputato e responsabile Enti locali del Pd, esprime la sua «amarezza» per «la mancanza di rispetto verso chi ha perso la vita, verso chi è stato in terapia intensiva, verso medici e infermieri che continuano a sacrificarsi per curare chi arriva in ospedale».

Raduni e cortei si sono inseriti nel solco di una mobilitazione internazionale, animata da collettivi chiamati World Wide Demonstration e World wide rally for freedom , che oggi ha visto scendere in piazza gente in diversi Paesi del mondo come la Francia, dove a Parigi ci sono stati scontri tra dimostranti e polizia, e l’Australia, anche qui teatro di disordini e arresti. In tutta Italia tra la folla pensionati, artigiani, lavoratori dipendenti. Anche alcuni ristoratori preoccupati per le ricadute economiche per l’obbligo del green pass che scatterà il 6 agosto: «Non sono contro il vaccino, ma il green pass è un danno per l’economia. In molti rischiamo di fallire», ha detto il proprietario di un locale che manifestava a Roma.