Perdite e mancati ricavi per la Serie A, il mondo del pallone italiano sull’orlo del baratro


La Juventus ha acquistato Manuel Locatelli e Kaio Jorge: due acquisti, come non succedeva da trentacinque anni. Nonostante un rientro di 400 milioni: è il sintomo più evidente che qualcosa non sta funzionando.

Il calcio italiano si risveglia in un incubo e comincia a pagare le prime, più scottanti conseguenze del Covid-19, che da due anni ha praticamente azzerato le entrate e le uscite, mandando in crisi anche i più grandi. La Juventus, certamente, ma anche all’estero club come il Barcellona rischiano il collasso.

La già traballante Serie A, in particolare, si aggiunge a quel miliardo di perdita che ha interessato il football a livello globale. Ma le perdite, per il massimo campionato italiano, sono più ingenti del previsto.

I dati poco incoraggianti arrivano da uno Studio Deloitte su rapporto Covid-Football, che ha presentato il suo rendiconto annuale sulla situazione economica del calcio. Le prime analisi parlano di bilanci disastrosi per la prima stagione pesantemente influenzata dalla pandemia, quella 2019-2020.

I 20 club di A hanno registrato ricavi inferiori del 18%, con una perdita di 443 milioni rispetto all’esercizio precedente. Il danno complessivo per i club di A è di 2,1 miliardi di euro.

Un calo a cui vanno sommate tutta una serie di situazioni collaterali: stadi chiusi, slittamento delle partite, fuga degli sponsor e salto nel vuoto dei diritti televisivi. Tutto un risiko che ha portato ad una situazione non più sostenibile per quasi tutta la Serie A: faticano anche club storicamente più virtuosi come il Napoli.

I salari in Serie A, intanto, sono caduti giù dell’8%, contrazione questa dovuta al rinvio di quote di stipendio che i singoli club corrispondono ai propri tesserati.

La riduzione dei ricavi causata dalla pandemia ha portato il rapporto salari/entrate al 78%, il livello più alto in 16 anni. Le perdite operative aggregate dei club di Serie A sono notevolmente peggiorate nel 2019/20, da 17 a 274 milioni di euro, il peggior risultato dal 2001/02.

Soffrono, chiaramente, anche i settori collegati direttamente al calcio. Uno di questi è quello del betting, penalizzato oltremodo a marzo 2020 a causa di un palinsesto svuotatosi clamorosamente.

Tuttavia si tratta del settore che, una volta ricominciate le attività, ha registrato gli score migliori. Secondo le stime di uno studio pubblicato da Gaming Report, il mondo del betting arriverà ad essere leader del settore gioco entro il 2025, con ricavi di 105,7 miliardi di dollari con una raccolta di 770 miliardi. Nel 2019 si era fermato a 74,1 miliardi di ricavi e 490 di raccolta.

Non tutto è stato dunque distrutto dal Covid-19 e se il futuro del calcio italiano appare in risalita, quello del betting è sicuramente in discesa.