Il Patriarca di Mosca: «Giusto combattere»


In un sermone-shock pronunciato ieri nella Domenica del Perdono il patriarca di Mosca Kirill ha parlato in termini giustificazionisti della guerra in Ucraina dopo che «per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass e dove c’è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale».

Con un attacco diretto alla cultura antropologicamente decadente dei paesi occidentali, il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill sembrato gettare tutto il suo peso a favore dell’intervento deciso da Vladimir Putin in Ucraina. La guerra scatenata alla fine di febbraio, nel giudizio del religioso, riguarda “da quale parte di Dio intende stare l’umanità», ed in particolare quale atteggiamento prendere nei confronti dell’«Impero della Menzogna» riferendosi alle potenze occidentali impegnate ad assecondare le indicazioni del mondo gay. A riferire le sue dichiarazioni il Moscow Times. Kirill nei giorni scorsi ha dovuto prendere in considerazione la lettera di alcuni interventi di papa della sua Chiesa in difficolta’ (il patriarcato di Mosca ha recentemente subito lo scisma deciso dalla chiesa ucraina), contrari all’ contro Kiev. «Le parate gay», ha risposto nel sermone domenicale della festa dedicata al Perdono, «hanno lo scopo di una sorta che peccato fa parte del comportamento umano» e che l’ospitale rappresenta di «prova di lealtà» fornita dai governi occidentali. Un atteggiamento invece «sostanzialmente rifiutato» dalle autoproclamatesi repubbliche indipendentiste nell’Ucraina orientale. Per il Patriarca «ciò che sta accadendo oggi nell’ambito delle relazioni internazionali, quindi, non ha solo un significato politico. Stiamo parlando di qualcosa di diverso e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove andrà a finire l’umanità». «Tutto ciò che dico non ha solo un significato teorico e non solo un significato spirituale. Intorno a questo argomento oggi c’e’ una vera guerra», ha rimarcato.

«Chi sta attaccando l’Ucraina oggi, dove la repressione e lo sterminio delle persone nel Donbass va avanti da otto anni? Otto anni di sofferenza e il mondo intero tace: cosa significa? – ha detto ancora il patriarca – Ma sappiamo che i nostri fratelli e sorelle stanno davvero soffrendo; inoltre, possono soffrire per la loro fedeltà alla Chiesa”. “Tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico – ha quindi insistito a proposito della necessità di combattere -. So come, sfortunatamente, gli ortodossi, i credenti, scegliendo la guerra via di minor resistenza in questa, non riflettano su ciò a cui pensiamo tutto oggi, ma seguono umilmente la strada che loro i poteri costituiti”. non vogliamo nessuno a salire sulla croce – ha aggiunto -, ci diciamo solo: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell’amore e giustizia, e se vediamo sopporteremo mai coloro che distruggono questa legge, offuscando il confine tra santità e peccato». Allo stesso tempo, “dobbiamo pregare affinchè la pace giunga al più presto, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle si fermi, che il Signore inclini la sua misericordia verso la terra sofferente del Donbass, che ha portato questo segno triste per otto anni, generato dal peccato e dall’odio umano».