Covid: le persone sono diventate più sole con la pandemia? GLI STUDI


Durante i due anni dallo scoppio della pandemia, molte persone hanno dovuto vivere situazioni all’insegna della profonda solitudine. Alcuni studi su un tema così delicato sottolineano quanto uno stato d’animo del genere si sia accentuato nel corso di un periodo così complicato.

Un’analisi effettuata nel mese di gennaio del 2021 non aveva riscontrato particolari cambiamenti significativi sui rapporti sociali tra le persone, ma la situazione è variata con il passare del tempo.

Le ricerche inerenti a questo argomento si sono ulteriormente intensificate e si focalizzano su una vita quotidiana sempre più disagiata. L’ultimo studio, portato avanti da un gruppo di studiosi, si basa su dati provenienti da ogni angolo del mondo. I dati dell’ultima ricerca stanno capovolgendo la situazione, dimostrando invece che la pandemia ha provocato un aumento della sensazione di vuoto e solitudine da parte di un’ampia cerchia di persone.

Ormai sono trascorsi oltre due anni dall’inizio del contagio da Covid-19. Oggi siamo in un periodo storico nel quale si inizia a tirare le somme delle varie conseguenze di un insieme di eventi tragici, che hanno coinvolto i cittadini a livello globale, nessuno escluso. Ecco, quindi, un punto orientativo della situazione. Dopo tutte le leggi entrate in vigore per contenere la pandemia entro numeri accettabili per non mettere a serio repentaglio la tenuta delle strutture sanitarie, è essenziale sapere se le persone siano riuscite a essere soddisfatte dei loro standard di vita in quei momenti così complicati. Al tempo stesso, è stato analizzato il loro tasso di felicità.

Gli ultimi dati relativi alle condizioni psicologiche delle persone durante gli ultimi due anni all’insegna della pandemia hanno rilevato che le persone sono state alle prese con un sostanziale incremento della solitudine, seppur con cifre contenute. I dati, che presto saranno di dominio pubblico e pubblicati su American Psychologist, sono stati presi intervistando oltre 200 mila persone dalle età differenti, provenienti da ogni angolo del globo. Alcuni soggetti modificavano in misura sensibile i parametri, dato che la loro sensazione di solitudine era molto evidente. In tali casi, il vuoto era cresciuto in maniera esponenziale, con un calo sostanziale della felicità. Altre persone prese a campione, invece, non hanno segnalato alcun cambiamento nella loro quotidianità.

Nonostante le risposte alquanto variegate proveniente da diversi gruppi di persone, i ricercatori sono stati in grado di riscontrare la presenza di un aumento della solitudine, seppur non molto significativo. Ad ogni modo, i dati raccolti dagli esperti sono ancora piuttosto insufficienti per accertare fino in fondo la correlazione tra l’aumento della solitudine e le restrizioni dovute alla pandemia.

Alcune ricerche effettuate già prima della pandemia hanno riscontrato che la capacità umana nelle relazioni sociali sia stata ampiamente compromessa da fattori che non hanno nulla a che fare con ciò che è accaduto nel corso degli ultimi due anni. Una consapevolezza simile, acquisita grazie al lavoro dei ricercatori, rivela comunque un insieme di dati alquanto allarmanti.

Cosa si può fare per evitare che la situazione possa peggiorare in misura notevole? Per farlo, è sufficiente seguire alcune piccole raccomandazioni fatte dagli esperti del portale Psicologi Online (www.psicologionline.net) su come sia possibile migliorare la connessione tra le varie persone, con la prospettiva di sentirsi molto meno soli.

“Ognuno di noi ha la possibilità di costruire comunità più sensibili ed empatiche in maniera reciproca. Per riuscirci, bisogna assumere una cultura all’insegna dell’interconnessione, in grado di creare momenti significativi e tutti da ricordare. Ritornare ad avere la capacità di acquisire rapporti nella vita quotidiana che siano attenti a ogni esigenza personale. Tale discorso è valido anche per quanto riguarda il posto di lavoro, all’interno del quale è possibile intraprendere misure efficaci per rafforzare i legami di quel determinato ambiente sociale.

Anche nelle scuole chi vuole può ottenere notevoli risultati, cercando di far stringere rapporti più sereni e consapevoli tra i singoli studenti. Ogni insegnante dovrebbe rendere i rapporti tra i ragazzi come una vera priorità. A tal proposito, è essenziale strutturare al meglio l’intero lavoro scolastico, affinché si riesca a sviluppare fino in fondo una connessione emotiva tra i vari alunni. Un discorso analogo è valido per quanto concerne i singoli cittadini. In questo caso, si può pensare ad appositi spazi condivisi, nei quali le persone possono ritrovarsi e coinvolgere la comunità in lavori portati avanti in massima collaborazione.”

“Parlando del posto di lavoro, i datori e i dirigenti dovrebbero iniziare a pensare in maniera intensiva al benessere psicologico dei loro dipendenti. Per esempio, possono premiare quei dipendenti capaci di soccorrere i colleghi in difficoltà, o comunque importanti per il rafforzamento di un team aziendale. I manager possono favorire le giuste condizioni per dar vita a un posto di lavoro dalla maggiore connessione fisica, semplificando i rapporti tra dipendenti e collaboratori”, concludono gli esperti del portale psicologionline.net.

Nonostante i dati siano abbastanza chiari sull’aumento della solitudine, dovuto anche ai postumi di una pandemia senza fine, sta a tutti noi cambiare la situazione nel nostro piccolo. Dovremmo compiere alcuni piccoli passi, giorno dopo giorno, nella direzione giusta. Porsi più dolcemente verso il prossimo può fare la differenza. In questo modo, riusciremo a invertire questo trend negativo.

Tutti insieme possiamo essere molto più forti di qualsiasi avvenimento storico.