Diventare insegnante: cosa sapere per conquistare una cattedra


In Italia, a differenza di altri Paesi, l’insegnamento non è un percorso semplicissimo: sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista formativo. A rendere tutto ancora più complicato ci sono le numerose normative che disciplinano il percorso e che cambiano in continuazione, governo dopo governo. Questi cambiamenti non sono univoci, ma si diversificano a seconda del ciclo e al grado di istruzione a cui si vuole accedere.

Docente presso la scuola dell’infanzia e la scuola primaria

Per poter svolgere la professione presso la scuola dell’infanzia o primaria è necessario conseguire una Laurea in Scienze della Formazione Primaria curriculum Educatore Servizi per l’infanzia (L-19) o nella Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria. Tendenzialmente questi corsi di laurea prevedono la frequenza obbligatoria, ma non sempre si ha la possibilità di seguire in presenza le lezioni, pertanto una valida opzione è data dai corsi di laurea online che offrono la possibilità di poter seguire a distanza, come ad esempio i corsi istituiti dall’Unicusano. Conseguito il titolo, bisognerà sostenere obbligatoriamente un tirocinio formativo al termine del quale ci si potrà iscrivere presso le Graduatorie Provinciali Scolastiche (GPS) auspicando a contratti brevi (al termine delle attività didattiche) o annuali (al 30 giugno o al 31 agosto).

La vita da precario non è delle più belle, quindi per avere una stabilità economica e professionale, si potrà accedere al concorso a cattedra ordinario o straordinario, il cui superamento consente di ottenere il ruolo. Ove non si rientri nel numero di posti disponibili, se il candidato avrà conseguito un punteggio sufficientemente alto, di solito indicato nel bando, potrà comunque ottenere l’abilitazione. A differenza degli altri gradi, per l’infanzia e la primaria il MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) ha riconosciuto la possibilità di accedere all’insegnamento anche a coloro che abbiano conseguito un diploma Magistrale entro l’anno scolastico 2001/2002.

La cattedra presso una scuola secondaria di primo e secondo grado

 Uno dei principali cambiamenti riguardano proprio questo ciclo di istruzione. La legge sulla Buona Scuola approvata nel 2015 ha riformato l’accesso all’abilitazione mediante le classi di concorso. Dunque, dopo il conseguimento della laurea magistrale il futuro insegnante dovrà sostenere degli esami integrativi che gli consentiranno di ottenere ulteriori 60 CFU (da conseguire mediante un periodo di tirocinio diretto – e indiretto – presso le scuole) in materie socio-psico-pedagogiche. Bisognerà anche superare un esame scritto e una lezione simulata. Questo non darà diritto alla cattedra ma solo all’abilitazione. Sarà necessario poi superare un concorso ordinario e l’anno di prova.

E chi ha conseguito solo la laurea triennale? Può accedere all’insegnamento? Di regola la risposta è negativa tuttavia, come può spiegare anche una guida specifica sulle modalità per insegnare anche con la laurea triennale, ci sono delle eccezioni. Prima di tutto è possibile mandare una MAD (Messa a Disposizione), sarà poi discrezione del Dirigente Scolastico convocare o meno il docente. È possibile inserirsi nella scuola con un diploma tecnico, come ad esempio quello rilasciato dall’alberghiero. In questo caso sarà possibile accedere alla GPS in qualità di ITP.

Docente di sostegno: il TFA (Tirocinio Formativo Attivo)

Coloro che desiderano lavorare sul sostegno la normativa richiede il conseguimento della specializzazione mediante il superamento del TFA. Un corso di specializzazione di durata annuale a cui si accede mediante concorso. Qui il corsista avrà l’opportunità di poter affiancare alla formazione teorica anche quella pratica mediante il tirocinio diretto (presso le scuole) indiretto (da svolgersi in facoltà). Al termine del percorso il docente specializzato verrà inserito di diritto nella prima fascia delle Graduatorie GPS.