Corruzione nei servizi sociali, arrestato ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere


Una maxi operazione quella che ha visto protagonisti 7 esponenti della politica campana, fra le province di Caserta, Napoli e Salerno. In manette l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro, 50 anni, condotto in carcere; di Nicola Santoro, 56 anni; Salvatore Coppola, di 45; Biagio Napolano, di 47; e di Giuseppe Cavaliere, di 44, tutti assegnati ai domiciliari. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, peculato, falso in atto pubblico, in materia elettorale, in materia dì illecito trattamento dei dati personali e truffa in danno di ente pubblico. Il fine dell’unione dei vari esponenti era quella di  monopolizzare, pilotare e gestire in maniera illecite tutte le iniziative promosse dall’Ambito territoriale, con la duplice finalità di ricavare un indebito vantaggio economico e di creare consenso elettorale a favore di taluni rappresentanti politici locali. Per la realizzazione degli ideali prefissati, l’associazione a delinquere in oggetto è partita garantendosi l’avvicinamento alla macchina amministrativa Sammaritana di funzionali ed impiegati compiacenti da “gestire”. Alcuni sistemi illeciti sono stati utilizzati dai membri dell’associazione per la costituzione dell’Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale C8 (organo tecnico di supporto, con funzioni di gestione, amministrazione, monitoraggio e salutazione del Piano Sociale di Zona Territoriale nonché di raccordo con l’amministrazione regionale), centro gestionale delle risorse assegnate all’Ambito, ovvero per la nomina dei sette componenti. Alcuni candidati (in particolare due), legati ad esponenti della politica locale, hanno avuto la possibilità di disporre delle domande per il concorso in oggetto ben prima della data stabilita per la prova orale, ponendosi in posizione di assoluto vantaggio rispetto agli altri concorrenti, il tutto con la compromissione, grave, delle legittime aspettative degli altri candidati e della regola basilare (meritocratica) che informa il reclutamento di personale nella P.A.