Basket. Sandro Dell’Agnello:”Situazione a Caserta surreale, la Juve non è solo una squadra di basket”


”Fa davvero male vedere la situazione del basket a Caserta, la Juve non è solo la squadra della città ma un vero e proprio riferimento per Caserta”

Dieci anni alla JuveCaserta spacchettati fra parquet e panchina dal 1984 al 2017, uno scudetto ed una coppa italia cuciti sulla pelle e, perchè no, un argento ai Campionati Europei di Roma nel 1991. Toscano e livornese di nascita ma, di fatto, campano e casertano di adozione; tutto questo è Sandro Dell’Agnello, soprannominato Sandrokan per l’ardore agonistico che lo contraddistingueva da giocatore, il quale ha rilasciato un’intervista a La Repubblica parlando di JuveCaserta e Nazionale.

Di seguito un breve estratto dell’intervista rilasciata a La Repubblica.

“Sono parte integrante della piazza e della storia del club”

Come ha reagito quando ha saputo che la squadra non sarebbe stata ammessa al prossimo campionato?
“Inizialmente mi sono sentito frastornato, come quando ricevi una notizia che non sembra reale. C’è molta amarezza, per me quella bianconera non è una società qualsiasi e mi sento molto legato. Rimane solo una piccolissima speranza che tutto si sistemi ma le possibilità sono prossime allo zero”.

Caserta è una città molto legata alla pallacanestro. Da professionista prima ancora che da tifoso, quanto fa male vedere la situazione attuale del basket casertano?
“È lancinante, perché la Juvecaserta non è solo la squadra della città. Era un vero e proprio riferimento per Caserta, che tra l’altro è un centro piccolo. La squadra è sempre stata un vanto per i casertani. Magari non tutti sono tifosi o abbonati al Palamaggiò, ma penso che a Caserta non ce n’è uno che non sa cosa sia la Juvecaserta”.

Una parola sulla presidenza Iavazzi, spesso accusata di cattiva gestione per tante questioni fuori dal campo. Lei ha mai avuto problemi di questo tipo?
“Tra me e il presidente Iavazzi c’è sempre stato un rapporto di lavoro e in questi ultimi due anni da allenatore ho vissuto un clima di piena collaborazione. Certo, professionalmente sono stati anni difficili, abbiamo sofferto tanto, ma umanamente è stata un’esperienza fantastica”.

Chiudiamo parlando di Nazionale. Tra meno di un mese iniziano gli Europei e l’Italia ha perso Gallinari per un pugno dato a un avversario.
“Gallinari ha sicuramente avuto una reazione sbagliata, però da giocatore posso dire che certe reazioni sono cose che capitano. Quando ti si chiude la vena può succedere di tutto. Non vale come assoluzione, assolutamente, perché il gesto va condannato. Però so che in alcuni momenti della partita ci può stare, sono cose inconsce.
Ai miei tempi si facevano cose pensate meglio. Ad esempio, prendere il numero di targa, memorizzarlo, e tre, quattro, cinque minuti dopo vendicarsi sportivamente”.

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