Demolito il fortino di Pablo Escobar in Colombia: a Medellin un parco che ricorderà le vittime


Il fortino di Pablo Escobar, signore della droga colombiano, è stato distrutto a colpi di esplosivo.
La demolizione, organizzata dal Comune, è il primo passo per sostituire il palazzo con un parco dedicato alle vittime del narcotrafficante. “L’edificio Monaco crollerà. Non si tratta di nascondere la storia ma di cominciare a raccontarla in omaggio ai nostri veri eroi: le vittime”, ha scritto il municipio su Twitter. Gli otto piano del bunker, ora quasi in rovina ma un tempo di lusso stravagante, dove con la famiglia viveva il ‘capo’ del cartello di Medellin sgominato nel 1993 dalla polizia, sarà demolito alle 11 locali (le 17 italiane) di venerdì. La Colombia intanto, nonostante la sconfitta di Escobar e di altri grandi narcos, resta il principale produttore di cocaina del mondo, gli Usa il primo consumatore.Al posto dell’edificio sorgerà un parco di 5mila metri quadrati, che ricorderà le migliaia di persone uccise nel periodo più violento del ‘narcoterrorismo’, nei decenni ’80 e ’90, quando i cartelli della droga colombiani conducevano una guerra senza tregua. La demolizione rientra in una campagna del comune di Medellin che vuole raccontare l’altra faccia della storia, ignorata da serie tv e percorsi turistici, ideati sulle tracce dei ‘narcos’ e per cui il palazzo Monaco è una tappa pressoché obbligata. Ogni giorno gruppi di persone arrivano in visita al fortino bianco, costruito negli anni ’80 da Escobar nel cuore di El Poblado, uno dei quartieri più eleganti della città. Ora il palazzo è abbandonato, ma per anni ha ospitato vari enti pubblici, tra cui anche la polizia. Alla guida di un vero impero del crimine, Pablo Escobar è stato una delle persone più ricche del mondo, secondo Forbes. Ma dall’anno scorso i turisti che partecipano ai ‘narcotour’ vedono sui muri del palazzo poster che ricordano gli altri protagonisti, che il municipio intende ricordare: poliziotti, giornalisti, giudici e altre persone assassinate su ordine del ‘re della cocaina’. “Rispettate il nostro dolore, onorate le nostre vittime (1983-1994) – 46.612 vite in meno”, si legge su uno dei cartelli, che scomparirà nell’esplosione, oltre 25 anni dopo la morte del criminale (il 2 dicembre 1993). Anche l’Hacienda Napoles, immensa proprietà nel nordovest della Colombia dove Escobar aveva creato uno zoo, è stata trasformata in un parco. Le 443 casette che aveva fatto costruire per delle famiglie che vivevano in una discarica di Medellin restano invece in piedi: a Escobar valsero il soprannome di ‘Robin Hood colombiano’.